A Milano, Il ristorante Il Moro presenta il nuovo menu dedicato ai letterati siciliani

Gli chef Salvatore e Vincenzo Butticè presentano il loro Viaggio gastro letterario in Sicilia, saranno ospitati dal Ristorante Terrammare di Stefania Lattuca.

Gli chef de Il Moro Ristorante – Salvatore e Vincenzo Butticè

Terrammare Ospita IButtice de Il Moro Ristorante

Il Moro ospitato da Terrammare – Milano –

A tavola con i grandi della letteratura siciliana: Il Moro di Monza presenta il suo nuovo menu “Viaggio gastro-letterario in Sicilia”, un percorso culinario che narra la poesia della Sicilia

 Il Viaggio D’Autore in Sicilia, ideato, progettato e realizzato da Salvatore e Vincenzo Butticè.

Il menu è stato creato per celebrare i frutti, sotto ogni punto di vista, delle Terre siciliane, oltre che l’arrivo dell’estate, e presenta una vasta selezione di piatti che incorporano ingredienti freschi e di stagione, accompagnando ognuno di essi con una citazione letteraria: da Verga, “I malavoglia” a “I Galletti del Bottajo di Luigi Pirandello”, passando per “La Sirena” e “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi, e per finire “ Il ladro di merendine” di Camilleri

Terrammare – Milano – Ospita Il Moro Ristorante di Monza

La ricerca Gastro letteraria di Vincenzo e Salvatore Butticè

La Sicilia è una terra nota per la sua bellezza, per la sua storia, per il suo mare, ma è anche la patria di alcuni tra i più celebri artisti che hanno fatto la storia della letteratura italiana.

Proprio a loro e alle loro opere i fratelli Butticé, da anni alla guida del Ristorante il Moro,  dedicano il loro nuovo menu “Viaggio gastro-letterario in Sicilia”, un percorso gustativo stagionale che si snoda e si dipana partendo proprio dall’analisi critica e attenta di alcuni dei testi più famosi dei letterati Siciliani di diverse epoche permettendo di essere trasportati in un multiverso di cultura e sapori siciliani.

Da Verga con i suoi Malavoglia, passando per Luigi Pirandello con le sue novelle e Tomasi di Lampedusa, fino ad arrivare al più contemporaneo Camilleri e al caso di Montalbano.

Le portate raccontano le loro storie attraverso il cibo che, da sempre, per i fratelli Butticé non può che essere “ materia trasversale”.

“La cucina è prima di tutto il modo di essere e dopo diventa il modo di fare, è quell’artefatto culturale, storico ed economico che permette di viaggiare nel tempo e nello spazio.

L’arte del cucinare, così come il cibo, è trasversale ed universale, nessuna persona ignora il mondo della cucina, perché esso supera ogni stratificazione sociale in quanto artefatto e come cibo invece subisce condizionamenti significativi dallo stato sociale, economico, politico, religioso e culturale” dichiarano Salvatore e Vincenzo Butticé.

La promessa

Sei a Milano, o forse no, sei in Sicilia. Sei seduto a tavola e mentre leggi il menu, accanto a te compaiono Pirandello, Verga e Tomasi di Lampedusa e Camilleri.

Come trovarsi nel film di Woody Allen del 2011, Midnight in Paris, dove una sera il protagonista, camminando in solitudine per le strade di Parigi, perde l’orientamento, accetta un passaggio e per incanto si ritrova nel passato, nella mitica Parigi degli anni venti e della “Generazione perduta”, anche tu, sei trasportato in un multiverso di cultura e sapori siciliani.

Il Menu degustazione ” Viaggio D’autore in Sicilia”

Dedica a Pirandello “ In corpore Vili”

La sicilitudine nel gambero di Sicilia

Vai via da qua! – dice Cosimino alla serva. Poi parla con il pescivendolo: – Non ascoltatela! Non deve comprare queste cose! – La Sgriscia mette le mani sui fianchi, arrabbiata, ma Cosimino non le dà il tempo di rispondere; le dà uno spinta e ricomincia: – Vai via da qua! – ripete. . Il pescivendolo difende la donna, che inizia a gridare: intanto arrivano persone da tutto il mercato a guardare cosa succede. Cosimino urla, furibondo: – No, no! Gamberi no! Don Ravanà non può e non deve mangiare gamberi! Tu- dice alla Sgriscia- lo tenti come il demonio e gli rovini lo stomaco!

Dedica a Verga: “ I malavoglia”

Dal tonno al tonno

Invece compare Tino, seduto come un presidente, sugli scalini della chiesa, sputava sentenze: — Sentite a me; prima della rivoluzione era tutt’altra cosa. Adesso i pesci sono maliziati, ve lo dico io!

— No; le acciughe sentono il grecale ventiquattr’ore prima di arrivare, riprendeva padron ’Ntoni; — è sempre stato così; l’acciuga è un pesce che ha più giudizio del tonno. Ora di là del Capo dei Mulini, li scopano dal mare tutti in una volta, colle reti fitte”

Sempre su Pirandello.. “ Concorso per Referendario al Consiglio di Stato”

Il risotto e le sarde

“Lagumina ..perdeva la fiducia, ma non l’appetito! Mangiava come se digiunasse da giorni! Mandava giù un piattone di risotto senza accorgersene, continuando a parlare del concorso. Mentre parlava non si accorgeva di aver ripulito il piatto e con la forchetta continuava a cercare altro risotto. Quando si accorge che ha il piatto vuoto, guarda gli altri commensali, poi guarda il cameriere e dice: – Mi è sembrato buono, se non sbaglio. Vogliamo fare un bis? Portamene un altro. Eh, l’aria di montagna!..”

Dedica a G. Tomasi di Lampedusa “ La Sirena”

La sensualità dei ricci di mare

“[…] sono la più bella cosa che avete laggiù, quelle cartilagini sanguigne, quei simulacri di organi femminili, profumati di sale e di alghe. Che tifo e tifo! Saranno pericolosi come tutti i doni del mare che dà la morte insieme all’immortalità. A Siracusa li ho perennemente richiesti a Paolo Orsi. Che sapore, che aspetto divino! Il più bel ricordo dei miei ultimi cinquanta anni!..”

Dedica a Cammilleri A. “Il Ladro di Merendine”

 

La triglia fritta, manzo e zarchiceddi

 

“..il commissario, nonostante la fidanzata Livia sia appena arrivata dall’aeroporto, fa una tappa al ristorante di Calogero per gustare un succulento piatto di triglie fritte, giustificando poi il suo ritardo e l’inconfondibile odore di fritto che trasuda dai suoi abiti, con la scusa d’aver dovuto interrogare il gestore d’una friggitoria

I Galletti del Bottajo  Luigi Pirandello

Il pollo ruspante, peperone e mandorla

“ L’uomo infatti, seduto nella cucinetta, mentre osserva con ammirazione “la moglie più vispa del solito, accesa in volto dal calore del fuoco sotto la pentola, stretta la vitina da una veste nuova, a fiorami…”, pensa: “ha ben ragione, la poverina! È così dolce star soli insieme, nell’intimità, senza visi estranei a tavola, che ti tengan sospeso, non abbia tu bene soddisfatti i loro gusti…”. “Nonostante i buoni propositi, non riesce a tenere fede alla promessa e invita un ospite. La moglie offesa, inventa uno stratagemma per allontanare prima l’ospite inatteso e sgradito, poi il marito. Rimasta sola si spolpa comodamente i due saporitissimi galletti, cucinati con tanta cura.”..

Dessert

Il Gattopardo Giuseppe Tomasi di Lampedusa

 

Biancomangiare

“nella scena del celebre Gran ballo in cui Don Fabrizio si siede al tavolo per gustarlo…

“..”Mentre degustava la raffinata mescolanza di bianco mangiare, pistacchio e cannella racchiusa nei dolci che aveva scelti, Don Fabrizio conversava con Pallavicino e si accorgeva che questi, al di là delle frasi zuccherose riservate forse alle signore, era tutt’altro che imbecille.”

Il Moro Ristorante

Il savoir faire e il gusto per l’accoglienza di una famiglia siciliana coesa come quella dei fratelli Butticé che, dal 1996, propone una cucina gourmet di chiara vocazione siciliana con il ristorante Il Moro. Salvatore Butticé che, dopo un carriera in sala, oggi è lo chef del ristorante insieme a Vincenzo Butticé, general manager di tutti i progetti della famiglia e Antonella Butticé, sommelier de Il Moro.

Un’atmosfera elegante e contemporanea e un savoir faire da Grandes Tables quello del Moro, in cui interni si arricchiscono della presenza di arti figurative contemporanee e di elementi dell’artigianalità ceramista siciliana. Le poltrone, di design contemporaneo, completano la tavola in radica di noce nazionale in modo da rendere l’esperienza unica, comoda ed avvolgente. In carta una commistione tra la terra d’origine e il territorio che li ha accolti: tra Sicilia e Lombardia.

Il Moro Counsulting, Catering e Banqueting

Dopo anni di esperienze maturate nel settore della ristorazione e alla guida de Il Moro di Monza, iButticé portano la loro esperienza enogastronomica al di là dei confini del proprio ristorante, offrendo a tutti la possibilità di sperimentare una cucina elegante, a chiara vocazione siciliana, in qualunque location essi vogliano.

Nasce con questa intenzione il servizio Catering “Il Moro eventi”, per portare una cucina siciliana sostenibile, contemporanea, intellegibile e sensoriale, in qualsiasi luogo scelto dal cliente o nelle prestigiose location consigliate da Il Moro nell’alta Brianza, a Milano, in Piemonte, Calabria e Sicilia.

Il team della sezione Eventi è composto da personale esperto e qualificato del Moro, coordinato anche tramite il progetto “@iButtice sulu cosi di piaciri” ,la divisione Management e Consulenza dei Fratelli Butticè professionisti della buona tavola che ha come obiettivo quello di soddisfare ogni esigenza e richiesta di personalizzazione del cliente rispettando i suoi desideri e le sue aspettative.

Nella realizzazione dei propri servizi di Catering e su richiesta, il Moro collabora sinergicamente con Santa Maria Fiori ed eventi, storico negozio di fiori nel centro di Monza di proprietà della famiglia Santamaria, da anni specializzato nell’allestimento di eventi unici.

L’Opistalità di Terrammare di Stefania Lattuca

Terrammare è la rappresentazione della Sicilia a Milano, un ristorante 100% siciliano nel cuore di Brera, un progetto di cucina creativa e mediterranea, aperto da Stefania Lattuca , con  una conduzione tutta al femminile. 

A guidare il ristorante, infatti, Stefania Lattuca, che, dopo un paio d’anni di collaborazione con lo chef Peppe Barone, gestisce il locale in autonomia.

In sala a condurre gli ospiti nel viaggio da Milano alla Sicilia, la stessa Stefania che si occupa anche della cantina del ristorante.

Da Terramare però anche la cucina è donna.

A guidare la brigata del ristorante è la giovanissima chef Giada Botarelli, 23 anni, approdata a Terrammare nel gennaio scorso per affiancare lo chef Peppe Barone in una fase di training e ora capace di imprimere la sua creatività nei piatti e nel menù del ristorante che cura personalmente.

Nel menù piatti che coniugano la cucina e la tradizione siciliana con quella della città cosmopolita di Milano, pensati in chiave creativa, contemporanea e con una proiezione internazionale, risultato della passione di Stefania Lattuca per i viaggi e per la scoperta del mondo.

Stefania Lattuca e la lady chef Giada Botarelli