Cibi tradizionali ….. memoria o nostalgia?Cucina tradizionale o semplici cibi da non dimenticare?

La cucina della memoria è patrimonio culturale così come la convenzione linguistica, unisce e divide, apre e chiude .

Il latte per Zanzotto è alla base dei flussi impetuosi della poesia, dell’amare, del dolce, dell’inarrestabile, della vita. Quel latte del quale la prima esperienza si matura al seno della Madre, premurosa e attenta ai bisogni fisiologici e emozionali. Il latte , quel seno , hanno dato quelle risposte nutrizionali ed emozionali che segnano e vengono custoditi gelosamente meglio di ogni altro bene prezioso.

La mamma , suprema depositaria dei sapori del cuore, custode delle segrete alchimie che incatenano il nostro gusto , creano l’imprinting della giovinezza che accompagneranno il dolceamaro degli affetti. Il cibo, strumento di ricerca del tempo perduto, ricerca di uno spazio, ci permette di saltellare tra una tradizione ed un’altra, tra una cultura e una diversa, da un angolo del mondo ad un altro diametralmente all’opposto.

Il cibo non si ricorda, le esperienze entrano nel nostro cuore, nel nostro animo, fanno parte di noi e ci permettono di infrangere le barriere del tempo e dello spazio contemporaneamente.

Sembra di dimenticare le esperienze, ma come Nietzsche diceva :” dimenticare ha l’incalcolabile vantaggio di farci continuare a godere come se fosse sempre la prima volta”.

La cucina della memoria vivrà a lungo finchè non ci farà cadere del mare della nostalgia.

Vincenzo Butticè

( Si fa presto a dire cotto di M.Niola)