A tavola con i letterati siciliani

A tavola con i grandi della letteratura siciliana: gli chef Salvatore e Vincenzo Butticè  presentano il  nuovo menu “Viaggio gastro-letterario in Sicilia”, un percorso culinario che narra la poesia della Sicilia

Sei a Monza, o forse no, sei in Sicilia. Sei seduto a tavola e mentre leggi il menu, accanto a te compaiono Pirandello, Verga e Tomasi di Lampedusa e Camilleri.

Come ti trovassi nel film di Woody Allen del 2011, Midnight in Paris, dove una sera il protagonista, camminando in solitudine per le strade di Parigi, perde l’orientamento, accetta un passaggio e per incanto si ritrova nel passato, nella mitica Parigi degli anni venti e della “Generazione perduta”, anche tu, sei trasportato in un multiverso di cultura e sapori siciliani.

Un’esperienza immersiva

Si, si può perdere l’orientamento quando si è sopraffatti dal gusto, se poi ogni piatto è accompagnato da frasi di quattro magistrali interpreti della letteratura italiana, figli di quella Terra, la Sicilia, che lo staff del IL Moro porta a tavola in ogni piatto, allora l’esperienza diventa immersiva.

A tavola con i letterati siciliani

Sei a Monza, o forse no, sei in Sicilia. Sei seduto a tavola e mentre leggi il menu, accanto a te compaiono Pirandello, Verga e Tomasi di Lampedusa e Camilleri

Le citazioni letterarie

Il menu è stato creato per celebrare i frutti, sotto ogni punto di vista, delle Terre siciliane, oltre che l’arrivo dell’estate e presenta una vasta selezione di piatti che incorporano ingredienti freschi e di stagione, accompagnando ogni piatto con una citazione letteraria: da Verga, “I malavoglia” a “I Galletti del Bottaio di Luigi Pirandello”, passando per “La Sirena” di Giuseppe Tomasi, “ Il ladro di merendine” di Camilleri.

Le copertine

Il Menu de IButtice

Dedica a Pirandello “ In corpore Vili”

La sicilitudine nel gambero di Sicilia

Vai via da qua! – dice Cosimino alla serva. Poi parla con il pescivendolo: – Non ascoltatela! Non deve comprare queste cose! – La Sgriscia mette le mani sui fianchi, arrabbiata, ma Cosimino non le dà il tempo di rispondere; le dà uno spinta e ricomincia: – Vai via da qua! – ripete. . Il pescivendolo difende la donna, che inizia a gridare: intanto arrivano persone da tutto il mercato a guardare cosa succede. Cosimino urla, furibondo: – No, no! Gamberi no! Don Ravanà non può e non deve mangiare gamberi! Tu- dice alla Sgriscia- lo tenti come il demonio e gli rovini lo stomaco!

La sicilitudine nel Gambero di Sicilia

Spunto da ” In Corpore Vili” Luigi Pirandello

Dedica a Verga: “ I malavoglia”

Dal tonno al tonno

Invece compare Tino, seduto come un presidente, sugli scalini della chiesa, sputava sentenze: — Sentite a me; prima della rivoluzione era tutt’altra cosa. Adesso i pesci sono maliziati, ve lo dico io!

— No; le acciughe sentono il grecale ventiquattr’ore prima di arrivare, riprendeva padron ’Ntoni; — è sempre stato così; l’acciuga è un pesce che ha più giudizio del tonno. Ora di là del Capo dei Mulini, li scopano dal mare tutti in una volta, colle reti fitte”

Dal Tonno al Tonno

Spunto da ” I Malavoglia” Giovanni Verga

Sempre su Pirandello.. “ Concorso per Referendario al Consiglio di Stato”

Il risotto e le sarde

“Lagumina ..perdeva la fiducia, ma non l’appetito! Mangiava come se digiunasse da giorni! Mandava giù un piattone di risotto senza accorgersene, continuando a parlare del concorso. Mentre parlava non si accorgeva di aver ripulito il piatto e con la forchetta continuava a cercare altro risotto. Quando si accorge che ha il piatto vuoto, guarda gli altri commensali, poi guarda il cameriere e dice: – Mi è sembrato buono, se non sbaglio. Vogliamo fare un bis? Portamene un altro. Eh, l’aria di montagna!..”

Carnaroli e sarde

Dedica a  G. Tomasi di Lampedusa ” La Sirena”

La sensualità dei ricci di mare

“[…] sono la più bella cosa che avete laggiù, quelle cartilagini sanguigne, quei simulacri di organi femminili, profumati di sale e di alghe. Che tifo e tifo! Saranno pericolosi come tutti i doni del mare che dà la morte insieme all’immortalità. A Siracusa li ho perennemente richiesti a Paolo Orsi. Che sapore, che aspetto divino! Il più bel ricordo dei miei ultimi cinquanta anni!..”

Spunto da ” La sirena” di G.Tomasi di Lampedusa

Dedica a Cammilleri A. “Il Ladro di Merendine”

La triglia fritta, manzo e zarchiceddi

“..il commissario, nonostante la fidanzata Livia sia appena arrivata dall’aeroporto, fa una tappa al ristorante di Calogero per gustare un succulento piatto di triglie fritte, giustificando poi il suo ritardo e l’inconfondibile odore di fritto che trasuda dai suoi abiti, con la scusa d’aver dovuto interrogare il gestore d’una friggitoria

Dedica a Camilleri Il Ladro di Merendine

Spunto da ” Il ladro di merendine” di A. Camilleri

I Galletti del Bottajo  Luigi Pirandello

Il pollo ruspante, la patata montata e u cavulu trunzu

“ L’uomo infatti, seduto nella cucinetta, mentre osserva con ammirazione “la moglie più vispa del solito, accesa in volto dal calore del fuoco sotto la pentola, stretta la vitina da una veste nuova, a fiorami…”, pensa: “ha ben ragione, la poverina! È così dolce star soli insieme, nell’intimità, senza visi estranei a tavola, che ti tengan sospeso, non abbia tu bene soddisfatti i loro gusti…”. “Nonostante i buoni propositi, non riesce a tenere fede alla promessa e invita un ospite. La moglie offesa, inventa uno stratagemma per allontanare prima l’ospite inatteso e sgradito, poi il marito. Rimasta sola si spolpa comodamente i due saporitissimi galletti, cucinati con tanta cura.”..

Spunto da ” I galletti del Bottajo” Luigi Pirandello

 Continuando con Giuseppe Tomasi di Lampedusa Il Gattopardo

Biancomangiare

“nella scena del celebre Gran ballo in cui Don Fabrizio si siede al tavolo per gustarlo…

“..”Mentre degustava la raffinata mescolanza di bianco mangiare, pistacchio e cannella racchiusa nei dolci che aveva scelti, Don Fabrizio conversava con Pallavicino e si accorgeva che questi, al di là delle frasi zuccherose riservate forse alle signore, era tutt’altro che imbecille.”

Spunto da ” Il Gattopardo” di G.Tomasi di Lampedusa