Udito, Vista e Gusto, arte, letteratura e cucina.

La storia di questi pensieri iniziano cosi : il senso del gusto, finalmente la tendenza è elevarlo alla stregua del senso dell’udito e della vista.

E quindi se sino agli inizi del ‘900 il gusto era considerato il senso povero rispetto ai sensi che facevano godere 0 dell’arte musicale, letteraria, pittorica o scultorea.

Di conseguenza succede che negli ultimi 50 anni la tendenza è cambiata radicalmente e finalmente non e più un tabù parlare di godimento, piacere ed esperienza quando si tratta della tavola di cibo e dell’atto del mangiare.

Ed eccoci allora che al mero ed imprescindibile bisogno si associa il godimento ed il piacere.

Finalmente il gusto e il piacere della tavola e del mangiare hanno superato quei pregiudizi ottocenteschi sull’inferiorità del senso del gusto.

In questo caso ci ispiriamo ad uno dei massimi esponenti, si tratta di Giulio D’Anna , in esposizione temporanea a cura di Leogalleries, uno dei più importanti aeropittori del futurismo siciliano.

Viaggiamo nel tempo e torniamo agli anni ‘ 30.

L’artista Giulio D’anna, che traduce una visione, un modo di essere e di fare, incontra e conosce Filippo Tommasi Marinetti  durante la mostra personale presso la Galleria Vittorio Emanuele III.

 L’incontro, tale mostra è stata visitata da Filippo Tommaso Marinetti e ne rimse affascinato al punto che ha invitato  l’artista a prendere parte alle principali mostre futuriste nazionali.

Perché Giulio D’Anna futurista in esposizione a Il Moro Ristorante ?

Stavolta la sicilianità  ci ha condizionato meno, mentre l’incontro con Filippo Tommaso Marinetti tantissimo ed è proprio dal Manifesto della cucina Futurista che i nostri chef IButticè traggono alcuni spunti che risultano più contemporanei che mai:

1) L’originalità assoluta delle vivande;

2) L’uso dell’arte dei profumi per favorire la degustazione. Ogni vivanda deve essere preceduta da un profumo che verrà cancellato dalla tavola mediante ventilatori;

3) L’abolizione dell’eloquenza e della politica a tavola;

4) La presentazione rapida tra vivanda e vivanda, sotto le nari e gli occhi dei convitati, di alcune vivande che essi mangeranno e di altre che essi non mangeranno, per favorire la curiosità, la sorpresa e la fantasia;

5) La creazione dei bocconi simultanei e cangianti che contengano dieci, venti sapori da gustare in pochi attimi. Questi bocconi avranno nella cucina futurista la funzione analogica immensificante che le immagini hanno nella letteratura. Un dato boccone potrà riassumere una intera zona di vita, lo svolgersi di una passione amorosa o un intero viaggio …….

Salvatore e Vincenzo Butticè